SULMONA – “La scomposta reazione della dott.ssa Annamaria Casini, che mi ha personalmente tirato in ballo dapprima facendo direttamente il mio nome, e poi avendo la bontà di definirmi con un generico “individuo”, mi impongono una risposta.
Probabilmente la Casini, in ansia da fine mandato e collocata sulla poltrona di sindaco della città senza aver mai fatto vera politica, non è abituata alla dialettica tipica delle elezioni e soprattutto non ama essere messa in discussione, tanto da confondere il suo operato di amministratore e la sua persona con la figura del Sindaco e delle istituzioni, impropriamente da lei evocate nel suo comunicato. Il dibattito politico pubblico non è come l’aula consiliare, dove la Casini, non accettando critiche, abbandonava più volte la seduta al grido scalfariano di “io non ci sto”. Facendo politica le critiche si devono accettare e casomai rispondere ove le accuse non siano fondate.
Non ho mai fatto il suo nome nei miei documenti, ma ho lamentato l’esistenza di un meccanismo di potere fatto di spregiudicato clientelismo, di incarichi ad amici e parenti, di indebitamento degli enti sovracomunali, di isolamento dalla politica che conta e che può aiutare il territorio, di caos della macchina amministrativa, di incarichi dirigenziali dati senza rispetto delle regole, di assessori non della nostra città, quasi che a Sulmona non vi siano persone capaci di fare meglio. Sono critiche legittime su fatti, peraltro, per i quali potrei portare a testimoniare qualche migliaio di cittadini ! Se la Casini si è sentita “offesa” da tali osservazioni, vuol dire che si ritiene interprete anche lei, assieme ad altri noti soggetti, di tali accadimenti.
Certamente ella, come normalmente avviene alla fine di un primo mandato, se ritiene di aver bene operato può ricandidarsi alla carica, lasciando ai cittadini elettori il giudizio se promuoverla o bocciarla. Se invece non la ricandida la sua stessa maggioranza, vuol dire che la bocciatura l’ha ricevuta in casa, e di questo non può certo fare colpa a me. Ed il suo comunicato si trasforma nel canto del cigno.
La tranquillizzo infine sulla mia volontà di esprimere progetti per la Città, ma avendo solo da due giorni presentato la candidatura e volendo confrontarmi con chi mi sosterrà, avrò modo nelle prossime settimane di puntualmente rappresentare le mie idee dopo averle condivise con gli altri.
Eviterei da parte sua, probabilmente esperta in materia, di qualificare la mia politica come di “distruzione”. Se per questo intende la volontà di capovolgere i criteri dell’amministrazione della cosa pubblica, e di chi ne ha tenuto sempre le fila dall’esterno in modo palese, vantandosene ufficialmente e facendo sfoggio di un potere feudale, allora sì sono un demolitore. Con lo scopo di sostituire a questo metodo quello della buona politica, fatta nell’interesse esclusivo della collettività”.V
Vittorio Masci